#43. (sottopressione in giugnopadano)

“la sensazione che i risultati non giustifichino la fatica”, mi scriveva k. qualche giorno fa. abbiamo una conversazione continuativa ma frammentata, fatta di messaggi su signal, di mail che mescolano lavoro aiuto deviazioni, di chiamate mentre camminiamo intontiti – dal caldo dal traffico dall’essere sempre connessi – tra le strade di due città diverse della… Continua a leggere #43. (sottopressione in giugnopadano)

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#42. (psicosomatico)

quando il corpo scricchiola (e immagina poter sentire bene, amplificati, magari in cuffia, i suoni dal tuo interno) di dolori più o meno piccoli – che a volte spaventano ma di solito no –, penso sempre che la testa è del corpo: il pensiero è fisico: elettricità neuroni sinapsi. il pensiero è corpo. e il… Continua a leggere #42. (psicosomatico)

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#40. (le mie relazioni con le amministrazioni)

amministrami, documentami, fotocopiami autenticandomi, firmami in digitale certificandomi, burocratizzami, trasformami in codici indirizzi numeri, spiddami tra qr code e pin dimentichi, riconoscimi nei selfie con le patenti e i passaporti, dematerializzami nelle tue pratiche labirintiche, chiedimi l’app per verificarmi, rinchiudi la mia vita in timbri approvazioni dinieghi rinvii, protocollami, bollami, incasellami, archiviami ma conservami, imponimi… Continua a leggere #40. (le mie relazioni con le amministrazioni)

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#39. (perché i suoni possono più delle parole)

idee che prendono forma. anzi: idee che prendono suono. suoni che intessono trame intorno a parole, linguaggio che mostra – tirato – i suoi limiti a ogni spinta più forte, a ogni assalto di assurdo. parole che però, intanto, approssimano, dicono, raccontano storie e parlano di un sentire condiviso. sofferenza che spinge – sonicamente, esistenzialmente… Continua a leggere #39. (perché i suoni possono più delle parole)

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#38. (la vita estrinseca)

sdoppiarmi: ma non un clone: fare in parallelo. tale è l’urgenza. allo stesso tempo: bandi suoni narrazioni esplorazioni. tutto, adesso, non in sequenza: tale è l’urgenza. se fossi in grado di usare il cervello in ogni sua piega, cosa potrei? cosa sarei? ho imparato a fare di certi limiti dei punti di forza (dove si… Continua a leggere #38. (la vita estrinseca)

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#37. (del fango che si trasforma in pensiero e il pensiero in fango)

l’autunninverno mi sta precipitando addosso, nonostante il caldo stralunato e alluvionale, in una pianura padana sempre più tossica di auto industrie cemento banalità, centro produttivo fulcro (embl)ematico cancerogeno di un paese che ha fatto dell’anossia la sua condizione permanente. è il produciconsumacrepa del capitalocene (recitava uno striscione in manifestazione, di recente), neanche il fango che… Continua a leggere #37. (del fango che si trasforma in pensiero e il pensiero in fango)

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#36. (in limine)

mi gira spesso la testa, negli ultimi giorni, soprattutto quando sono seduto e mi alzo. il caldo, sicuro, con la pressione che si abbassa. spiegazioni razionali: scientifiche. mi interessano di più le percezioni, le sensazioni: appena mi alzo e la testa inizia a girare, a volte al punto da spingermi ad appoggiarmi, o piegarmi un… Continua a leggere #36. (in limine)

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#35. (fare nonostante)

scrivere per scrivere. studiare per studiare. leggere per leggere. pedalare per pedalare. solo questo: (dis)togliere obiettivi. fare nonostante. ma: desacralizza tutto: gli atomi che mi compongono sono gli stessi di ciò che creo: stesse leggi fisiche. ricorda: punk. ricorda: urgenza. perfetto è nel cassetto: schiva l’esistere. grezzo ha il culo per strada: si apre al… Continua a leggere #35. (fare nonostante)

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