la voglia di avere voglia di: (ma non ce l’ho)
i muri (di queste stanze solitarie che stringono su) di me
gli schermi intorno: i minuti, vacui, quantificabili
l’idea (non mia?) che forse è venerdì sera e dovrei uscire ma non saprei nemmeno da dove cominciare, fuori dalla porta di casa
la scrittura di vitaliano trevisan (che mi tira dentro, come un buco nero)
il mio stomaco, più affidabile del cervello
la ruvidità dei gilla band
questa lista di tentativi falliti di riempire i vuoti di cui è costituita (ostinarsi inutile, si diceva)
va tutto bene
rifugio nei libri, per tenere lontana l’angoscia che mi lega al mondo (a coping mechanism, i guess)