#39. (perché i suoni possono più delle parole)

idee che prendono forma. anzi: idee che prendono suono. suoni che intessono trame intorno a parole, linguaggio che mostra – tirato – i suoi limiti a ogni spinta più forte, a ogni assalto di assurdo. parole che però, intanto, approssimano, dicono, raccontano storie e parlano di un sentire condiviso. sofferenza che spinge – sonicamente, esistenzialmente – per disindividuarsi e farsi (messa in) comune: politica. questo può avvenire anche tra le pagine di un libro e può rinforzarsi – e farsi eco che cerca amplitudine: risonanza – in frammenti sonori. questo: quel poco che posso e riesco, riunendo pluralità, cercando strade, in un ostinarsi che non potrebbe essere altrimenti e che nei suoni trova rinnovato slancio. tredici tracce, altrettante voci, una specie di concept album, su bandcamp, a offerta libera, in creative commons, perché più circola più crea legami e più legami creiamo meno ci sentiamo soli in questo affannarci continuo che sa di sconfitta.