scrivere per scrivere. studiare per studiare. leggere per leggere. pedalare per pedalare. solo questo: (dis)togliere obiettivi. fare nonostante. ma: desacralizza tutto: gli atomi che mi compongono sono gli stessi di ciò che creo: stesse leggi fisiche. ricorda: punk. ricorda: urgenza. perfetto è nel cassetto: schiva l’esistere. grezzo ha il culo per strada: si apre al… Continua a leggere #35. (fare nonostante)
#34. (a sud di nessun nord, inconsapevole)
sono le nove e mezzo di sera a scicli e fa un freddo bestia, questo aprile avanzato che qui in mezzo al mediterraneo sa di balcani e fuga, cammino con una mezza bottiglia di bianco in borsa (ma è un rosso vinificato chiaro: niente è ciò che sembra), cerco sonno e schivo lavoro, polpacci ricamati… Continua a leggere #34. (a sud di nessun nord, inconsapevole)
#33. (di trasparenze salde e dualismi sterili)
parole chiare di-storte: deviazioni. piedi poggiati sull’erba, equilibrio regge sulle migliori intenzioni: verticalità incrinata eppure salda in baricentro basso interiore (e c’è vento, c’è sempre vento). 0, 1: sì, no: giusto, sbagliato. la dannazione del rigore dualistico di questo occidente incapace di visione. se lo scarto di lato non è ammesso ammetto un dato di… Continua a leggere #33. (di trasparenze salde e dualismi sterili)
#32. (umanǝ-macchine)
il software che non funziona è un’interrogazione: dov’è l’errore, il glitch, dov’è che si intoppa lo scorrere di bit? tentativamente cercare soluzioni, sì, ma bisognerebbe imparare per capire dove mettere le mani, quali parametri modificare, in che linea di codice intervenire. seguire macchinalmente i consigli va bene, per la velocità del risolvere. ma fare senza… Continua a leggere #32. (umanǝ-macchine)
#31. (fuori fuoco)
in questa mattina di gennaio in cui digito, a schermo, senza motivazione, coesistono vento e una leggera nebbia. (nemmeno prendere questo apparente contraddirsi di fenomeni atmosferici come sintomo dell’emergenza climatica che già ha sconvolto queste terre: solo prenderne atto). osservo molto, soprattutto ciò su cui non posso nulla: l’umano e il suo de-cadere. su quel… Continua a leggere #31. (fuori fuoco)
#30. (ora anche in frammenti sonori)
a cercare vie di fuga dal linguaggio -> ((
#29. (tre anni)
accettare questo rilasciarsi della stanchezza, tra gli episodi di californication, compulsivamente, e le pagine digitali dei fratelli karamazov, tra spese imprecise, umorali al negozio bio dai prezzi che salgono come in un’asta, guardando la piccola pioggia il suo rumore, in quest’ottobre disastrato da troppo calore. l’adrenalina che si ritrae dallo scorrere senza lasciare soddisfazione per… Continua a leggere #29. (tre anni)
#28. (acustiche ballardiane)
pensieri come rumori. impermanenti. inappartenenti: come all’orecchio così al cervello: separati (e, “amico, tutto ciò che separa è santo”). il rumore di un’auto che passa troppo veloce per queste strade strette, il pensiero che il mio fragile fare sia casuale, senza senso: né l’uno né l’altro sono (parte di) me. i miei timpani non trattengono… Continua a leggere #28. (acustiche ballardiane)
#27. (albe di insonnie frenetiche)
si scrive sempre nel buio, ma la mia testa è una città in fiamme. luce, bellezza, forza del possibile. distruzione, temperature insopportabili, fumo. la scrittura si gioca in questo spazio che, grazie al fuoco, disegna un no sé che es donde in continua mutazione. ossessioni. ossessioni e vuoti. (come costruisce un albero la sua resistenza… Continua a leggere #27. (albe di insonnie frenetiche)
#26. (ζωη > βιος)
lo scricchiolare dei pensieri, come sotto colpi di vento, sinuosi e secchi, contro impalcature incerte di significati. insonne. frammenti di riposo, brandelli di sogno, ronzio fastidioso di zanzare e pizzicore, il berciare ubriaco dalla strada, tutto mescola sotto pelle, lieve superficie di cranio e capelli spettinati, questo inquietare del sentire. molecole di nervosismi epidermici che… Continua a leggere #26. (ζωη > βιος)