“semplicemente stiamo male” (e scriviamo, scambiamo messaggi fatti di parole approssimative, link a canzoni su youtube, meme nichilisti) “e poi produciamo parole a caso” (tra desideri fatti di vita che manca e che, comunque andasse, mancherebbe sempre)(e alla sera andiamo a dormire, palliativo di morte: instabile come il nostro sonno).
#17. (dell’andar di traverso a sé)
(quel che accade) farsi limite al proprio andare: mettersi di traverso al proprio passo. solco obliquo, traverso, traccia che segna confine. caderci dentro, restare lì. (quel che si vorrebbe) forzare questo confine fino a che diventa senzafine, che se la fine fende, divide, la sua mancanza unisce, lega. sconfinarsi. infinire. fuggire le definizioni che creano… Continua a leggere #17. (dell’andar di traverso a sé)
#16. (parole e biologie)
post-ballardianamente, quel che mi interessa è il punto di incontro tra la scrittura e la genetica.
#15. (di liste paratattiche, scrittura e scarti)
c’è una specie di ossessione che continua a starmi addosso, a insoddisfarmi, a farmi mancante. soprattutto in un periodo, come questo, in cui i riti di fine anno impongono ai più la necessità di stilare classifiche liste di preferenze (che ormai nessun stabilisce un ordine di valore, di priorità: tutto è sullo stesso piano –… Continua a leggere #15. (di liste paratattiche, scrittura e scarti)
#14. (una lista di vuoti)
la voglia di avere voglia di: (ma non ce l’ho) i muri (di queste stanze solitarie che stringono su) di me gli schermi intorno: i minuti, vacui, quantificabili l’idea (non mia?) che forse è venerdì sera e dovrei uscire ma non saprei nemmeno da dove cominciare, fuori dalla porta di casa la scrittura di vitaliano… Continua a leggere #14. (una lista di vuoti)
#13. (un ostinarsi inutile)
continuare a cercare un senso nel nulla. continuare per approssimazione. insistere, senza ragione, su una strada che nemmeno c’è: non c’è sotto i piedi, non c’è davanti per lo sguardo che cerca un orizzonte, non c’è nel possibile che tra i fallimenti cerco di immaginare. anche le stanchezze che coltivo sono sterili. come questa ossessione… Continua a leggere #13. (un ostinarsi inutile)
#12. (alice al di là dello schermo)
t.s. eliot paragonava la lettura di testi lontani nel tempo (come quelli in sanscrito) allo stare da entrambe le parti di uno specchio. forse oggi alla metafora dello specchio, tanto usata in letteratura, dovremmo sostituire quella dello schermo. anche perché, ormai, abitiamo “un presente che convive con il passato sulla stessa linea temporale“. il tempo… Continua a leggere #12. (alice al di là dello schermo)
#11. (questo tempo sottratto)
leggere e rileggere mark fisher – l’intrecciarsi tra quello che succede intorno a noi e quello che succede dentro la nostra testa, il nostro corpo – la sua capacità di analizzare con lucidità, una lucidità vigile e disperata. ripenso a la mostra delle atrocità di ballard. la zona di contatto tra il nostro sistema nervoso… Continua a leggere #11. (questo tempo sottratto)
#10. (le mie domande senza punto interrogativo a voi che fate le cose)
ma come fate a fare le cose, a scrivere tutti quei libri e soprattutto a pubblicarli tutti, ma come fate a essere anche sempre in rete, a scrivere, postare, scappare da twitter, e poi spesso sempre quasi cose intelligenti giuste, che io penso bravi, cazzo, sì, ma come fate poi anche a partecipare ai convegni… Continua a leggere #10. (le mie domande senza punto interrogativo a voi che fate le cose)
#9. (spaccare cose nella mia testa)
c’è un muro. e urla. accanto a queste urla, una lapide con su scritto “tutto qui.” e qualcuno sa che un tempo questa frase era domanda. (nella mia testa, nella mia testa) cerco lo scontro con superfici dure aride sfregiate. esploro le crepe: a pugni, a pensieri. i piatti lavati, l’aspirapolvere da passare. fare la… Continua a leggere #9. (spaccare cose nella mia testa)